Nicolò Zaniolo

AS ROMA NEWS ZANIOLO – Succede. Non è il primo, né sarà l’ultimo: fuori e poi dentro, con tutti i piedi, con tutta l’anima. Dall’addio scontato al non posso fare a meno di te, il passo è (stato) breve. Nicolò Zaniolo aveva il muso lo scorso 5 luglio, quando si è presentato al raduno, oggi ha il sorriso bambino e la voce emozionata per cantare l’inno della Roma sul palco insieme con Antonello Venditti, scrive Il Messaggero.

Due mesi fa non si sentiva più dentro il progetto e il club, pur non mettendolo ufficialmente sul mercato, non aveva mai negato l’ipotesi di poterne fare a meno. Ci volevano tanti soldi, 50 milioni, ma la posizione del calciatore e quella del club erano allineate sull’attesa. Di dividersi. Pochi giorni prima di quel 5 luglio, Nicolò postava foto che lasciavano trapelare la rottura tra lui e l’ambiente. Per non parlare poi dell’intervista rilasciata a Sportweek nella quale aveva aperto a un futuro lontano da Roma.

Il rinnovo del contratto non era arrivato e la situazione era chiara a tutti. Poi, la scintilla. Il lavoro in Portogallo, il dialogo stretto stretto con capitano Pellegrini, i primi gol nelle amichevoli: Zaniolo ha ritrovato la verve e Mourinho ha deciso – pur sapendo che il mercato poteva essere tentatore fino all’ultimo – che non si sarebbe più mosso. E così è stato. Ha perso peso, ha ritrovato forza, l’agilità, sono svanite le paure ed è tornata la voglia di Roma, come quell’attimo infinito di Tirana, stop, gol vittoria, poi la gioia.

Quei 123 minuti giocati fin qui sono stati una condanna per la Roma, troppo pochi. Mourinho dopo Ludogorets ha reclamato a gran voce il suo ritorno. Centoventitrè minuti sono bastati per capire quanto fosse importante per la squadra, nonostante il rinforzo dei rinforzi, ovvero Dybala, e nonostante uno degli insostituibili di José, ovvero Pellegrini, per non parlare di Abraham cannoniere dello scorso anno. Niente, a questa Roma in difficoltà fisica, ancora a vuoto di idee, serve lo strappo di Nicolò, quello di Salerno e contro il Monza, prima dell’infortunio alla spalla.

Serve quel giocatore che spacca le difese, che si fa rincorrere dagli avversari nel suo uno contro tutti. La Roma senza di lui ha pareggiato a fatica con la Juve, vinto (convincendo poco) contro la Cremonese, poi ha perso a Udine e con il Ludogorets l’altra sera. Sarà un caso? Per Mou non lo è. Sa che in questo momento la squadra ha bisogno di dinamismo, di imprevedibilità, e Nicolò, con quella sua giovane esuberanza e il ritrovato stimolo di un tempo, può regalarle alla squadra.

La stessa esuberanza che lo ha portato a sperare in una convocazione per Empoli (Mou spinge per averlo già lunedì), ma martedì è – in teoria – previsto il lavoro con il gruppo, cioè il giorno dopo. Visto il programma, l’ipotesi semmai è rivederlo nella sfida di coppa con l’Helsinki, o più facilmente con l’Atalanta. La Roma non vuole rischiare, lui si allena forzando il ritmo ma non può affrontare i contrasti, José aspetta il miracolo. Diciamo che il miglior Zaniolo lo vedremo dopo la sosta. Periodo nel quale potrebbero esserci una serie di appuntamenti con il club per il rinnovo del contratto, che oggi sembra più vicino.



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