ULTIME NOTIZIE AS ROMA INTER ZANIOLO – Senza Pellegrini e Abraham, toccherà proprio a lui cercare di portare la Roma in porto. Che poi, sostanzialmente, vuol dire provare a regalarle la vittoria o, quantomeno, un risultato positivo. Perché di questo ha bisogno la Roma (tre sconfitte nelle ultime 5 gare di campionato), esattamente come ne ha bisogno anche Nicolò Zaniolo, scrive La Gazzetta dello Sport.
A guidare l’attacco giallorosso oggi sarà proprio lui, in coppia con Shomurodov (in campo per la squalifica di Abraham) e con l’assistenza di Mkhitaryan. Ma è da Nicolò che Mourinho si aspetta gli strappi decisivi, quelli che possono mettere alla corde l’Inter. Già, proprio lei, la squadra che lo ha prima accolto, poi sedotto e infine abbondato.
Zaniolo in nerazzurro ci ha vissuto una sola stagione, lasciando però un segno indelebile con la Primavera, dove ha vinto scudetto, Supercoppa italiana e trofeo di Viareggio (perdendo in finale la Coppa Italia proprio contro la Roma). Tredici gol da centrocampista offensivo (giocava mezzala, ma a volte anche trequartista), tra cui quello decisivo nella semifinale-scudetto contro la Juventus a cui ha fatto seguito l’assist per Colido nella finale tricolore, contro la Fiorentina.
Spalletti lo aveva anche portato in panchina con l’Atalanta, a San Siro, facendogli sgranare gli occhi sul grande calcio. Ma tutto questo è oramai il passato, messo da parte da oltre 3 anni. Dal 2018, infatti, Zaniolo è giallorosso, ma soprattutto è nel cuore dei tifosi romanisti, dove è già diventato una piccola grande stella. Per ciò che ha fatto vedere in campo e per quanto ha sofferto a causa dei due infortuni alle ginocchia. Roma gli è entrata nel cuore e lui vuole diventare un simbolo del club, ma possibilmente anche della storia romanista.
Oggi Zaniolo dovrebbe tornare al ruolo originario di trequartista esterno nel 4-2-3-1, quello in cui ha giocato fino alla svolta tattica di Venezia (dove, peraltro, è partito in panchina, entrando solo per l’assalto finale). Lì cercherà di dare gas in fascia, aiutando anche nelle coperture difensive Ibanez, costretto a giocare fuori ruolo, quello di terzino destro.
Ma c’è anche la possibilità che Mourinho faccia giocare Zaniolo da trequartista centrale, alle spalle di Shomurodov, con Mkhitaryan a sinistra e Perez a destra. In questo modo qui, infatti, Nicolò farebbe di fatto ancora la seconda punta, ruolo in cui ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio nelle partite in cui Mourinho ha giocato con il 3-5-2, schierandolo al fianco di Abraham. Se invece alla fine Mou dovesse propendere ancora per il 3-5-2, Zaniolo andrebbe a giostrare proprio al fianco della punta uzbeka, con Vina e Perez esterni a tuttafascia e Mkhitaryan mezzala al fianco di Cristante e Veretout.
Nicolò, tra l’altro, non solo ha voglia di farsi rimpiangere dalla sua ex società, ma anche quella di batterla per la prima volta in assoluto. Da quando infatti è passato alla Roma Zaniolo ha potuto giocare solo tre delle sei gare in cui giallorossi e nerazzurri si sono affrontati, pareggiando però in tutte e tre le occasioni (2-2 e 1-1 nel 2018/19, 0-0 nell’andata della stagione successiva).
Ecco, seppur per la Roma sarà una sfida durissima (Mourinho tra squalifiche e infortuni dovrà fare a meno di ben sei giocatori: Spinazzola, Pellegrini, El Shaarawy, Abraham, Karsdorp e Felix), Zaniolo non vede l’ora di vivere una serata da vero protagonista. E da trionfatore, di quelle che più che allontanarlo dalla Roma (come suggerito incautamente da Mou, seppur con intenti diversi) lo potrebbero ancora di più buttarcelo dentro.
L’Olimpico, del resto, sarà sold out, con quasi 52mila spettatori. E attende solo di vivere una serata dove poter incoronare un nuovo imperatore. Zaniolo è pronto, anche recentemente ha detto di «vivere di pressioni». Ecco, quelle ci sono tutte, adesso tocca a lui prendere per mano la Roma e portarla in porto. Se poi quel porto equivarrà a una dolce vittoria, la prima contro una grande, tutto sarà ancora più bello.
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