CALCIOMERCATO AS ROMA ZANIOLO GALATASARAY – L’ultimo strappo se l’è regalato quando era già sull’aereo per Istanbul, postando su Instagram una foto delle sue gambe incrociate che ha ricordato inevitabilmente gli scatti estivi di Mourinho. Zaniolo saluta così Roma e la Roma. L’ennesima trovata social fa da congedo ad un’avventura durata quattro anni e mezzo. Nicolò lascia il giallorosso capitolino per abbracciare quello turco del Galatasaray, scrive Il Messaggero.
Contratto principesco sui 3,6 milioni a stagione, in linea con quanto chiedeva alla Roma, e clausola rescissoria di 35 milioni per l’Italia che andrà calando di anno in anno (motivo di trattativa sino a tarda notte): 28-30 nel 2024 e 23-25 milioni nel 2025 con i Friedkin che incasseranno il 10% sulla futura rivendita. Intanto a Trigoria si accontentano di 22 milioni, compresi i bonus che sono parte importante dell’ accordo. La Roma, infatti, dovendo corrispondere il 15% all’Inter, ha fatto in modo di ricevere come base 16 milioni. Abbassando il cash, anche quanto dovrà versare nelle casse nerazzurre: 2,4 milioni. Considerando che soltanto in estate la richiesta del gm Pinto era di 60, ogni considerazione è superflua.
L’operazione – che ha visto più di qualche tifoso turco storcere il naso: «Quei soldi andavano dati alle vittime del terremoto, peccato» – avrà tuttavia un effetto positivo sui conti della società pari a circa 14,5 milioni di euro nella stagione 2022 -23, considerando sia la plusvalenza derivante dalla cessione, sia il risparmio sullo stipendio lordo e sull’ammortamento per i cinque mesi che restano sino a giugno 2023.
Che fosse ormai questione di ore, si era già intuito nella serata di domenica. Soltanto il tremendo terremoto che ha colpito la Turchia lunedì ha rallentato un iter che si era già messo in moto nel weekend. Nemmeno l’inserimento in extremis del Fenerbahce di Jorge Jesus, pronto a venire incontro alle richieste dei Friedkin (25 più bonus), ha modificato le carte in tavola. Il calciatore, infatti, aveva già deciso e la Roma non poteva permettersi di perdere anche questo treno. Probabilmente l’ultima prima dell’inevitabile valutazione estiva, ad un anno dalla scadenza del contratto ea 6 mesi dalla possibilità per il calciatore di firmare con chiunque.
La giornata di ieri è così scivolata via velocemente. Da La Spezia, Nicolò è partito in tarda mattinata insieme alla sorella Benedetta, suo padre Igor e la madre Francesca che non ha fatto mancare il solito video social che li raffigurava all’interno dell’autovettura in autostrada. Una volta giunti a Milano, hanno incontrato l’avvocato Giuseppe Pesce dello studio di Claudio Vigorelli, il suo agente, e l’intermediario George Gardi che ha contribuito alla chiusura della trattativa con il Galatasaray. Insieme, nel primo pomeriggio, hanno preso il volo per Istanbul con un aereo messo a disposizione dal club turco, subito dopo aver ricevuto l’ok a partire dalla Roma, nonostante le due società stessero ultimando le ultime formalità del trasferimento. Una volta in loco, ha poi svolto le visite mediche.
Finisce così un matrimonio caratterizzato da speranze e delusioni. All’improvviso e per caso, come del resto era iniziato. Perché Nicolò insieme a Santon entra in extremis (inizialmente la Roma aveva chiesto il portiere Radu) nella trattativa che porta Nainggolan all’Inter. Sembra il solito giovanotto di belle speranze che però, senza nemmeno aver disputato un minuto in serie A, viene convocato a sorpresa in Nazionale dal ct Mancini. All’endorsement in azzurro segue quello di Di Francesco che lo fa esordire il 19 settembre 2018 in Champions al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Sembra di assistere ad una favola.
Zaniolo viene additato dai media e i tifosi come un predestinato. La doppietta agli ottavi di finale di Champions nel febbraio 2019 contro il Porto, la nomination ai Golden Boy più i primi gol in serie A non fanno altro che alimentare l’entusiasmo attorno al ragazzo. Il cammino sembra spianato verso le porte della consacrazione internazionale ma il fato, il 9 gennaio 2020, si mette di traverso. Contro la Juventus, il calciatore si rompe il crociato destro. Ci vogliono sei mesi per tornare.
A Brescia un goal e la corsa sotto al settore ospiti a braccia aperte, come a dire: «Sono tornato». A settembre arriva però il secondo infortunio grave, stavolta all’altro ginocchio e con la Nazionale. Nicolò, in un momento di sconforto, pensa addirittura di smettere. Inizia di nuovo la risalita. Stavolta più lenta. Poi l’arrivo di José Mourinho e un connubio che vive di alti a bassi. Il 25 maggio a Tirana segna il gol che regala la Conference League. Roma è ai suoi piedi. Lui si aspetta il rinnovo. Ma la risposta del club è evasiva. I rapporti si deteriorano: Pinto prova a venderlo in estate ma le condizioni del Tottenham non convincono il gm. Il resto è storia degli ultimi giorni.
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