CALCIOMERCATO AS ROMA ZANIOLO TOTTENHAM – La voglia di asta, in fondo, non è neppure troppo nascosta. Riguardo alla possibile cessione di Nicolò Zaniolo, infatti, la speranza della Roma – neppure troppo nascosta – è che si possa innescare una sorta di derby londinese fra Tottenham e West Ham – il Borussia Dortmund è più defilato, così come il Nottingham e il Leicester – utile a far lievitare il prezzo, ma la sensazione è che le cose non stiano procedendo verso questa direzione, e per due motivi, scrive La Gazzetta dello Sport.
Il primo è legato alle clausole. Detto che la società giallorossa, fissato un primo prezzo di 40 milioni, per un giocatore che fra undici mesi potrebbe già firmare per un altro club si accontenterebbe anche di 30 milioni (magari 25 più 5 di bonus), il problema è rappresentato dalle clausole di riscatto, visto che il prestito oneroso è la base di ogni trattativa.
La Roma vorrebbe l’obbligo non condizionato, o al massimo che lo sia con una formula molto agevole. Le controparti invece desidererebbero legarlo a minuti, presenze o posizioni in classifica, il che implicherebbe un ambientamento rapido e un impiego certo. Al momento, perciò, il vero scoglio sembra questo. Il secondo motivo dello stand-by è legato al fatto che Zaniolo preferirebbe il Tottenham di Conte a qualsiasi altra soluzione, pur sapendo che in estate l’allenatore potrebbe cambiare aria e il West Ham, in prospettiva, è destinato solo a lievitare.
In questo senso, avere uno staff tecnico italiano, già pronto a fargli una mini-preparazione atletica su misura per farlo tornare al top, lo seduce. Ovvio, però, che l’ultima parola spetta alla Roma, nonostante la dirigenza sappia bene che l’attaccante non ha nessuna intenzione di firmare il rinnovo e che quindi in estate il suo valore scenderà ancora, facendo entrare in corsa magari anche italiane come Milan e Napoli.
È ovvio che in questo momento gli interessi fra le due parti non sono coincidenti. L’entourage del giocatore, infatti, preme anche per un prestito con obbligo di riscatto complicato. Il ragionamento che fanno è semplice: se Zaniolo restasse alla Roma giocando poco e male, il suo cartellino si svaluterebbe ancora di più, mentre anche solo il riprendersi una parziale vetrina in un campionato di primo livello come è la Premier League lo tornerebbe a valorizzare.
Tutte le parti comunque sanno come farsi strada nel Tottenham, così come nel West Ham, non è affatto semplice per chi viene da un calcio come il nostro, in cui i ritmi sono assai meno tarantolati. Per questo la Roma non vuole correre rischi. E se a giugno l’attaccante avesse giocato pochissimo e non avesse offerte dal calcio inglese? Il rischio per la società giallorossa sarebbe enorme: vedere ritornare Zaniolo a un anno dalla scadenza del contratto, senza alcun desiderio di prolungarlo e con l’obbligo virtuale di venderlo a un prezzo nettamente inferiore al suo valore. Insomma, la situazione non è affatto facile.
Col senno di poi, se a febbraio dell’anno scorso la proprietà avesse dato il via libera a Pinto per fargli rinnovare l’ingaggio a circa 3 milioni a stagione – cifra che in quel momento Nicolò avrebbe accettato – adesso il coltello dalla parte del manico sarebbe ancora più saldamente nelle mani della società giallorossa. Comunque i Friedkin non sembrano affatto tipi che si possono prendere per la gola. Si è visto per i casi relativi a Fazio e Santon: quando non hanno accettato le situazioni di mercato che il club aveva faticosamente trovato per loro, sono usciti subito dal progetto tecnico.
Da Trigoria frenano su eventuali arrivi al posto di Zaniolo, ma se arrivasse un centrocampista, si fa da sempre il nome di Aouar, 24 anni, in scadenza di contratto con il Lione.
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