Walter Zenga

Walter Zenga, allenatore del Crotone ed ex portiere dell’Inter della Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport dove ha parlato della sfida tra i nerazzurri e la Roma.

Nelle ultime cinque partite l’Inter ha fatto tre punti e la Roma cinque: non era vera gloria, quella di prima?
«Una flessione in una stagione ci sta: l’Inter a questo punto l’ha avuta, e credo che al di là degli infortuni sia stata mentale, perché dall’inizio dell’estate al Pordenone in Coppa Italia la sua era stata una corsa sempre al limite, anzitutto per tornare a credere in se stessa. La Roma ha pagato lo stesso stress ma per motivi diversi, credo abbia influito il cammino in Champions League: per arrivare al primo posto in quel girone lì, un po’ ti consumi per forza».

Quanto conta Inter-Roma?
«Per la classifica non per forza tanto, per la testa forse tantissimo».

Il dilemma Schick: valore aggiunto o problema, per una squadra nata con il 4-3-3?
«Il problema è stato un altro: la Roma ha dovuto curarlo, aspettarlo, inserirlo. Chi ha talento, negli ultimi trenta metri può giocare in qualunque posizione e comunque una squadra non gioca mai sempre nello stesso modo, con un sistema dogma: i bravi allenatori sono quelli che lo cambiano senza cambiarlo, dunque senza farsene accorgere. Se io invece che Stoian a sinistra e Nalini a destra metto Crociata e Trotta, gioco sempre 4-3-3: però le cose cambiano, altro che».

Una cosa che le piace di Handanovic e una di Alisson?
«La stessa: sono padroni di casa, dunque della loro area. In questo mi emozionano. Handanovic lo fa da anni, la rivelazione è Alisson: la sua personalità mi sta impressionando».

Se fosse stato il suo allenatore, avrebbe mandato in tribuna Nainggolan?
«Sono sempre d’accordo con quello che fa Di Francesco».



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