Aurelio Andreazzoli e Simone Beccaccioli, collaboratori di Luciano Spalletti, sono stati intervistati da Roma TV prima dell’allenamento pomeridiano dei giallorossi nel ritiro di Pinzolo. Queste le dichiarazioni dei due:

Come sta andando il ritiro?
Andreazzoli: “Bene perché raggiungiamo gli obiettivi previsti. Ovviamente ora la calma premia. Ci sono anche giocatori nuovi e con la calma si raggiungono gli obiettivi prefissati. L’impressione è positiva anche grazie alle strutture che sono ottime. Anche il pubblico aiuta molto. Non stanno aiutando le condizioni climatiche”.

In cosa consiste il suo lavoro?
Beccaccioli: “Per me è un onore lavorare con Spalletti. Metto le mie competenze che sono quelle di video-analisi. Quindi faccio montaggi video, scouting, analisi delle partite insieme al gruppo, faccio anche video destinati alla squadra o al singolo giocatore. Ora sono stato coinvolto a stare sul campo e per me è un’esperienza unica”.

Questa mattina l’abbiamo vista fare movimenti difensivi insieme a Baldini?
Beccaccioli: “Diciamo che in questo caso io sono un po’ un jolly che viene coinvolto nei lavori manuali o sugli esercizi di campo”.

Quanto è cambiato Spalletti dalla prima esperienza giallorossa?
Andreazzoli: “Rispetto al 2005 facciamo meno lavoro di fondo. Nel trasmettere i principi di gioco è rimasto il solito. Usiamo metodologie diverse, cercando di incidere maggiormente sui flussi di gioco. Cerchiamo di studiare nuove situazioni e la squadra le dimostra dopo poco tempo. Per noi abbandonare il lavoro a maggio è stata una tristezza perché la squadra fioriva di giorno in giorno. Ricominciamo da quel momento”.

A gennaio, dopo 10 giorni dall’arrivo di Spalletti, la squadra già giocava bene. È un miracolo?
Andreazzoli: “Assolutamente no, sono metodologie che vanno sempre perfezionate. La difficoltà di quel periodo era incidere nel breve termine. E’ difficile incidere in fretta, per migliorare serve tempo”.

Quanto incide lo studio di un avversario nella partita?
Beccaccioli: “Non quanto si pensa. Quando hai una squadra preparata come la nostra, con dei propri principi di gioco, l’avversario viene in secondo piano. Quando la Roma entra in campo sa cosa fare, indipendentemente dall’avversario”.

Quanto è tecnologico il mister? Ci sono differenze tra i vari allenatori?
Beccaccioli: “Sicuramente sì, all’inizio Spalletti passava il tempo giusto di fronte al computer. Adesso sono io che lo importuno spesso perché è un piacere sentire parlare di calcio e avere consigli. Al computer è comunque bravissimo”.

Si nota una grande coesione all’interno del gruppo, vero?
Andreazzoli: “Indubbiamente, è una componente che va al di là delle qualità tecniche e del denaro. Se tu non riesci a creare un gruppo affiatato, tutti compresi dai calciatori ai magazzinieri, è difficile che una squadra possa esprimere tutte le sue potenzialità”.



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