Dopo sei partite il bottino della nuova Roma targata Di Francesco recita 15 punti, ottenuti con 5 vittorie ed una sconfitta. Quinto posto momentaneo in classifica, perché la Roma deve recuperare la partita rinviata di Genova contro la Sampdoria. I 15 punti che sono arrivati dal campionato, ai quali vanno aggiunti anche i 4 di Champions, sono un inizio, per certi versi, sorprendente, perché durante l’estate la rosa della Roma, quantomeno sulla carta, sembrava si fosse indebolita con le cessioni di Rüdiger e di Salah. Specialmente per quanto riguarda la vendita dell’esterno egiziano le critiche erano state aspre, tant’è che molti avevano pronosticato una Roma in calo che avrebbe lasciato il passo soprattutto alle milanesi. Se si guardano solo i risultati contro le milanesi, i giallorossi al momento sono 1 a 1: una sconfitta a Roma contro l’Inter e una vittoria a Milano contro il Milan.
La sconfitta della seconda giornata di campionato è stata figlia della sfortuna, tre i pali colpiti durante i 90 minuti di gioco da parte dei giocatori della Roma, ma sembrava fosse un campanello d’allarme. Stando ai giornalisti la sconfitta contro l’Inter significava che la Roma aveva lasciato campo libero nella lotta ai tre posti di Champions, senza che nessuno guardasse alla prestazione e alla vittoria di Bergamo della prima giornata. Già in quell’occasione si era visto come la squadra di Di Francesco combinasse ad una difesa solida un attacco potenzialmente prolifico. Vincere a Bergamo non è impresa facile e lo ha dimostrato appieno domenica sera la Juventus, che è impattata nel primo pareggio stagionale. Ma da quella prima giornata ad oggi, la Roma ha migliorato partita per partita, con un Di Francesco “sorprendente” che ha subito screditato quanti lo etichettassero come zemaniano, dimostrando invece un’intelligenza tattica e una capacità di cambiare modulo e mentalità in ogni occasione.
Sembra facile segnare tanti gol, 10 in 3 partite, quando di fronte ti trovi Hellas Verona, Benevento e Udinese, tutte e tre condannate a lottare per non retrocedere, ma guardando al passato, anche recente della Roma, si nota subito come spesso contro squadre totalmente inferiori i capitolini vadano in difficoltà. Invece con Di Francesco sembra che qualcosa sia cambiato e nonostante la trasferta di Baku contro il Qarabag aveva fatto tornare alla mente alcune disavventure della Roma, con un calo di concentrazione dopo il doppio vantaggio che per poco non costava i 3 punti, appena rientrati in campionato i giocatori hanno dimostrato un gran carattere. La vittoria di Milano è stata figlia anche di questo carattere che sembra essere stato impresso sulla Roma, ma non solo. Non è solo il carattere che ti fa vincere le partite, ovviamente, ma anche i giocatori, e di questo ne parleremo tra poco, e l’allenatore.
La bravura di Di Francesco sta venendo fuori da ogni minuto di ogni partita, un esempio su tutti la partita di domenica a Milano: prima di tutto preferisce lasciare apparentemente il pallino del gioco al Milan, pressando però i difensori in fase di impostazione, puntando su un gioco di contropiede, vedendo che il centrocampo non stava giocando al meglio e che la Roma soffriva troppo Biglia, decide di alzare Nainggolan sulla linea dei trequartisti e da quel momento in poi per i giallorossi la partita volgerà a favore. Il cambio di modulo in corsa è un aspetto da evidenziare nelle abilità di un allenatore, perché fa capire quanto chi siede in panchina capisca di calcio. Soprattutto mettendo alzando Nainggolan sulla trequarti ha obbligato la difesa rossonera, che fino a quel momento aveva messo in seria difficoltà Dzeko e compagni, a difendere su 4 uomini: la superiorità che si è creata ha permesso a Dzeko, con un pizzico di fortuna, di sbloccare il match ed a Florenzi di chiuderlo. Entrambi i gol sono figli di questo cambio e, probabilmente, senza questo aggiustamento tattico la partita si sarebbe chiusa sullo 0-0.
Le cinque vittorie in sei partite, ovviamente, sono arrivate anche grazie all’apporto dei giocatori, specialmente di chi è stato bollato come “laziale” e di quelli che invece avevano sollevato molti interrogativi. Dzeko è uno di quelli, criticato continuamente, che sta avvalorando il suo valore a suon di gol, dimostrando ad ogni partita che i suoi gol dello scorso anno non erano frutto solamente della velocità di Salah. Nainggolan non è ancora, forse, inquadrato totalmente in un ruolo da Di Francesco, ma il centrocampista belga dimostra in ogni partita quanto sia fondamentale per gli equilibri del centrocampo giallorosso. Discorso a parte meriterebbe Kolarov, un giocatore che sembrava essere sul viale del tramonto si sta dimostrando, in questo inizio di campionato, il miglior acquisto del mercato estivo.
Non solo loro 3, però, i giocatori fondamentali per Di Francesco, il quale grazie all’utilizzo intelligente del turn over, non forzandolo troppo e non esagerandolo, è riuscito a trovare l’equilibrio nella rosa della Roma, specialmente, e fa ridere pensando all’etichetta di zemaniano, per quanto riguarda la difesa. Solamente 4 gol subiti in 6 partite, di cui 3 subiti nella sfortunata sconfitta contro l’Inter, merito di un ritrovato Manolas e di un rivitalizzato Fazio, il quale si diceva che non potesse giocare con Di Francesco, che hanno fatto sì che Alisson venisse chiamato in causa raramente, anche se quando è stato chiamato in causa ha quasi sempre risposto positivamente.
Una Roma sorprendente che ancora deve vedere giocare al massimo della forma sia Florenzi, ottimo nei 90 minuti di Milano, sia Schick, ancora acciaccato ai muscoli delle gambe. Una volta che la rosa sarà totalmente a disposizione, escludendo possibili infortuni, la Roma potrà solo che continuare sulla rotta tracciata da queste sei prime partite di campionato e riavvicinarsi al treno delle prime.
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