Una Roma a corrente alternata quella che si è vista nella sconfitta di ieri sera contro il Napoli, perché se il primo tempo è stato giocato nettamente al di sotto delle aspettative e delle capacità, la ripresa è stata giocata come la Roma ci ha abituato in queste prime partite di campionato. Una partita che per certi versi ha ricordato la sfida di Milano, con la Roma che lascia il pallino del gioco agli avversari, provando a pressare il regista delle azioni avversarie. Questa volta però il 4-2-3-1, con Nainggolan sulla trequarti, non ha funzionato. Complice, soprattutto, la bravura del terzetto offensivo napoletano ad accorciare, attaccando gli spazi lasciati tra la difesa ed il centrocampo giallorosso. Non tanto Callejon, quanto Mertens ed Insigne sono state vere spine nel fianco per la retroguardia della Roma, la quale non è riuscita nel primo tempo a prendergli le misure. Anche l’attacco della Roma è sembrato impacciato ed in difficoltà nel portare un pressing compatto e, soprattutto, vincente: Perotti nei primi 45 minuti è stato spento, Florenzi non è riuscito, se non in una sola occasione, a trovare gli spazi per ripartire e Dzeko è rimasto isolato per tutta la partita.
Impossibile segnare così contro un Napoli in forma strepitosa, tant’è che ad ogni accelerazione, che sia stata per vie centrali oppure sulla fascia destra, dove Ghoulam ha avuto molti spazi, riusciva a creare un’occasione pericolosa. L’unico gol della partita, segnato da Insigne, è stato frutto della sfortuna, il rimpallo su De Rossi che serve Insigne in area, e di quanto detto sopra, perché Mertens era riuscito a bucare la difesa dal lato di destra.
Una casualità il gol, però, il Napoli alla fine del primo tempo è riuscito perfettamente nel suo intento, ovvero quello di creare numerose occasioni per tirare verso la porta di Alisson e limitare le azioni offensive della Roma. Per i padroni di casa, invece, il primo tempo è stato difficile, quasi impacciati sin dall’inizio della partita non riuscendo ad impostare quasi mai un’azione compiuta, ad evidenza di questo parla il solo tiro, per altro fuori, tentato nel primo tempo.
Nella ripresa, però, è cambiato qualcosa nella Roma, sia a livello tattico con il ritorno al 4-3-3 sia a livello mentale, con i giallorossi che sono riusciti con il passare dei minuti a venir fuori, costringendo il Napoli ha difendersi con tutte le forze e con, praticamente, tutti gli uomini. Anche la difesa è riuscita a prendere le misure agli attaccanti del Napoli, costringendoli a sbagliare molto e obbligandoli a rientrare sul centrocampo per poter prendere il pallone. La “sfortuna” della Roma però ha bussato alla porta, nuovamente, in tre occasioni: prima l’infortunio muscolare di Manolas, che si aggiunge alla lista lunghissima di infortuni, poi un palo e una traversa.
I due legni colpiti sono figli del grande sforzo fatto dalla Roma per portare il match in parità, uno sforzo che però non è servito, sfortunatamente, a nulla, perché il Napoli oltre ad essere stato fortunato, in realtà più sul palo che sulla traversa, è riuscito a difendersi in maniera ineccepibile, obbligando gli esterni giallorossi a cercare dei cross in un’area sempre presidiata da almeno sei giocatori. Anche se il gol la Roma lo avrebbe meritato per quanto fatto vedere nel secondo tempo, al triplice fischio finale il risultato è stato di 0-1 per il Napoli, che ha allungato, in attesa del derby di Milano, sull’Inter e sulla Juventus. La Roma non è riuscita ad approfittare dello scivolone della Juventus contro la Lazio, rimanendo a -5 dalla Lazio. Ma con una partita da recuperare ed un campionato ancora lungo, la Roma sicuramente rientrerà nel gruppo delle prime, specialmente vedendo il secondo tempo e ripensando a tutte le partite del Napoli, che non era mai stato impensierito seriamente dagli avversari prima di incontrare la Roma all’Olimpico.
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