Eusebio Di Francesco

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha analizzato la vittoria dei giallorossi per 3-0 contro il Verona.

DI FRANCESCO A MEDIASET PREMIUM

Queste sono le partite che devi vincere… 
A volte anche quando pareggi non fai il tuo. Queste partite vanno vinte, sono determinanti per ripartire. Potevamo fare qualche gol in più, anche per dare convinzione agli altri attaccanti come El Shaarawy e Under che lo meritavano.

Oggi siete partiti con l’approccio giusto.
Dal punto di vista atletico si può solo che migliorare. Oggi ho fatto 5 cambi. Io sono soddisfatto della crescita, delle linee di passaggio cercate. Oggi abbiamo creato tanto e lo volevo dall’inizio.

Ora guai a fermarvi.
La mia testa è già al Benevento. Guardare la classifica fa un po’ male perché c’è la partita da recuperare.

Dzeko? 
Ha giocato per la squadra. Ha fatto due gol ma ne poteva fare di più. Ci siamo chiariti subito, era uno sfogo legato alla sua prestazione. In alcune partite devi soffrire, ho visto vincere stando attaccati alla traversa. Abbiamo avuto 20 minuti di sofferenza contro l’Atletico, ma per il resto sono soddisfatto della squadra.

Stasera quasi una sinfonia della squadra.
Sì, è la crescita anche fisica dei calciatori. Ho fatto giocare giocatori con caratteristiche differenti. In tante partite ho sacrificato Defrel. Qualche difficoltà nello sviluppare e andare nella profondità la abbiamo avuta.

Quanto è stato importante il rientro di Florenzi?
Sicuramente sì, ce lo teniamo stretto. Ho scelto di farlo giocare dall’inizio, con l’Atletico mi sembrava a rischio per la forza dell’avversario. Ha ritrovato le sicurezze e per noi sarà un valore aggiunto in tutti i ruoli, non solo per quello ricoperto oggi.

Basta questa vittoria per spegnere l’alone di scetticismo? 
Fa parte del lavoro e ci accompagnerà sempre ai primi risultati negativi. Cerchiamo di creare entusiasmo e queste partite servono a portare i tifosi allo stadio. Ci deve contraddistinguere la spensieratezza, con questo modo di fare ci toglieremo grandi soddisfazioni.

Il gol di Nainggolan? 
Parte dalla capacità di portare più uomini in zona palla. Ci stiamo lavorando, lo abbiamo fatto ancora poco. In questa partita ci ha permesso di essere più aggressivi e di fare queste giocate dove Nainggolan è bravo, ma anche Pellegrini.

Pellegrini? 
E’ un giocatore che ho voluto fortemente. Era un capitale della Roma e con me ha raggiunto grandi livelli. E’ un 96, ha grandi potenzialità e deve continuare a lavorare con grande umiltà.


DI FRANCESCO A SKY SPORT 

Lamentarsi fa bene alla fine. Dzeko ha avuto 10 palle gol.
Io io giocatori li voglio facilitare. Si è parlato troppo di quella partita. Per diventare grandi si deve soffrire insieme. Lui l’ha capito e oggi l’ha fatto vedere.

Pellegrini è più di una riserva?
Giocherà tanto. Lo conosco bene, sa meglio di altri quello che voglio. Al di là di Lorenzo o di Florenzi è stata un’ottima prova generale.

Il litigio di Peres e Gerson?
Non ho visto nulla. Si sono presi un po’ in giro, uno ha dato uno schiaffo per scherzo e si sono innervositi. Si sono arrabbiati per nulla.

Sul secondo gol gran lavoro della catena di destra.
Le catene stanno lavorando bene. La capacità di creare una superiorità numerica è importante. E’ capitato spesso ma dobbiamo sfruttare meglio le occasioni che abbiamo creato.

Schick si sta preparando in qualche modo particolare?
Sta lavorando. Dal punto di vista psicologico lo sto preparando sia da prima punta che da esterno. Ha qualità che mi permetteranno di cambiare, come le ha Defrel che si è sacrificato molto nelle scorse partite. Lo stesso Under ha dimostrato tanta qualità. I giocatori lavorano con serenità. Schick ha molte qualità.

Florenzi che va in fondo da esterno basso e Schick che converge al centro è una soluzione sulla quale state lavorando?
Verissimo. Abbiamo provato quello in settimana. L’ampiezza se non la da il terzino la deve dare la mezzala che permette a Schick di avvicinarsi a Dzeko, così e più contento e siamo più pericolosi in zona gol.

Florenzi?
Allenandolo spicca la sua personalità. Ha atteggiamenti differenti a seconda di dove gioca. Se sta basso rischia poco, quando sale prova giocate più complicate. E’ questa la differenza tra lui e gli altri.


DI FRANCESCO A ROMA TV

Quanto serviva una vittoria del genere?
Serve per dare convinzione a quello che sto dicendo ai ragazzi, abbiamo avuto più capacità di andare in verticale e sono molto soddisfatto. Abbiamo creato tanto e potevamo fare qualche gol in più.

Risposta di gruppo.
Sì il gruppo viene prima se vogliamo crescere, come modo di fare all’interno, come voglia di fare insieme. Nasce tutto da lì. Una squadra forte e aggressiva se non è unita anche mentalmente fa fatica ed è questo il percorso che sto facendo con i miei ragazzi.

Hai fatto solo complimenti o hai trovato qualche difetto?
Nell’intervallo ho detto che non ero contento, mi aspettavo che la chiudessero prima, non ci vuole niente per riaprirla e portare la squadra mentalmente da un’altra parte. Con l’Inter abbiamo dominato e poi abbiamo perso. E’ stata una lezione importante, dovevamo essere ancora più cinici e cattivi nel primo tempo. Magari sono stato anche pretenzioso ma il calcio è così e non ci vuole niente a rimettere una partita in bilico.

Oggi bene i centrocampisti, soprattutto Pellegrini nel ricevere la palla anche con la postura e il controllo.
Lorenzo è avvantaggiato perché lavora da tre anni con me e sa quello che voglio, stare tra le linee e inserirsi tra difesa e centrocampo. Sta crescendo tanto anche fisicamente, si allena con la mentalità giusta e voglio questo da tanti ragazzi.

Tutto superato con Dzeko, ha dato una bella risposta.
Gliel’ho data io la risposta facendolo giocare. Al di là delle battute, sa benissimo di aver detto parole sbagliate dettate dall’essersi sentito un po’ isolato. La differenza è quella, dobbiamo dare una mano tutti quando soffriamo. Le grandi squadre arrivano a successi anche grazie alle partite di sofferenze come con l’Atletico Madrid.

Su Florenzi.
Grande spensieratezza e personalità, sa scegliere quando rischiare o fare la giocata semplice, è una questione di personalità di come affronta la partita. L’ho visto che prima era frenato, poi è cresciuto e ha meritato questa chance. Lo volevo far giocare a Genova, poi con l’Atletico non ho rischiato perché sarebbe stata una gara più intensa e quindi ha giocato oggi.


DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Trenta tiri verso la porta, la Roma non li faceva da 4 anni e mezzo. E’ questa la Roma che vuole?
Ogni partita nasconde insidie, è giusto affrontarla con piglio, determinazione e qualità. Se fai solo tre gol c’è qualcosa da migliorare. Tre punti importantissimi per ridare linfa alla classifica, dovevamo ricominciare a vincere anche per la partita rinviata. Mercoledì ci sarà un’altra partita, non possiamo fissarci troppo su questa gara. 

La Roma farà delle rotazione a Benevento? Un commento sul momento di nervosismo tra Gerson e Bruno Peres?
Ce l’avevano con me (ride, ndr). Al di là delle battute, non ho visto niente. Mi hanno detto che stavano scherzando tra di loro e si son capiti male ed è partito un buffetto. È la normalità, a volte si gioisce e si litiga come in famiglia e noi lo siamo. Non sempre andiamo tutti d’accordo, è un episodio di poco conto, non l’ho nemmeno visto quindi se ti dicessi cosa è successo ti direi solo una bugia. Per quanto riguarda la gara di Benevento, ci sta che vedremo altri elementi, cambierà qualcosa sicuramente visto che non abbiamo tante partite alle spalle. Anche oggi, però, il turnover ha dato risposte positive.

Quanto sono importanti per il 4-3-3 giocatori con le caratteristiche tecniche e fisiche di Pellegrini e Florenzi? 
Lorenzo (Pellegrini, ndr) è un giocatore fortemente voluto da me e dalla Roma, è avvantaggiato. Conosce le mie idee di calcio e le mette in pratica ormai da due anni ed in questo può darci un aiuto. E’ venuto qua per essere uno dei giocatori importanti, è un giovane del ’96 ed è un giocatore non solo capitale della Roma ma anche della nazionale. Per Florenzi sono felicissimo. Ho scelto il momento giusto per farlo rientrare e credo che un elemento importante della gara sia stata la sua condizione psicofisica. Era il momento migliore per farlo tornare.

Perché ha effettuato i cambi molto in ritardo?
Se guardiamo le altre partite, fare cambi contro l’Inter fino al 65esimo mi sembrava assurdo. Credo che uno cambi quando le cose non vadano, non è che uno si diverte a cambiare. Oggi volevo dare più minuti a chi non aveva giocato 90’ e avevo dubbi su Florenzi, avevo da gestire Nainggolan che veniva da un problemino muscolare, che aveva accusato martedì con l’Atletico. Cambio spesso, a seconda di cosa vedo in campo, non è detto che i cambi vadano fatti subito. Lo faccio in base alle necessità e al momento della gara.

Un giudizio sul Verona?
Fabio (Pecchia, ndr) lo conosco perché ci siamo affrontati spesso in campo. A volte si passa dal dire qualcosa di scontato all’ipocrisia. Sono in un momento di  difficoltà oggettiva, gli faccio un grandissimo in bocca al lupo. Non mi sembra il momento giusto di dire altre cose.



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