Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine del match perso dai giallorossi per 2-0 contro il Milan.
DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT
La Roma sembra essere rimasta al secondo tempo in Ucraina.
Nel primo tempo abbiamo fatto una buona gara, ma siamo stati meno bravi a determinare. Dopo il gol siamo svaniti e questo ti fa riflettere. Non sono d’accordo con il discorso fisico, nel primo tempo comunque abbiamo fatto una buona gara.
Quinta sconfitta in casa, campanelli d’allarme?
E’ ovvio, non siamo soddisfatti del campionato in generale. Ci siamo disuniti, mi meraviglio e sono dispiaciuto. Nel primo tempo il Milan ha fatto pochissimo, noi invece poco convinti. La palla del primo gol l’avevamo preparata, loro la fanno stesso.
Squadra con poca personalità?
La dimostrazione avuta oggi è questa. Nel gol ci siamo fatti sorprendere troppo facilemente. E’ stato un episodio che ci ha fatto disunire e questo non deve accadere.
Perché ha preferito Schick a Dzeko?
Poteva mettere in difficoltà i centrali, ha fatto qualche buona giocata anche se non ha determinato. Mi auguravo che con la sua presenza ci fosse più inventiva ma non è una bocciatura, è la squadra in generale che è scemata un po’. Ci siamo spenti, non possiamo permetterci più passi falsi come questi.
Pagate la prestazione di Champions?
Può essere, anche se ho cambiato qualche elemento. Fisicamente nel secondo tempo ho avuto la vostra sensazione e un po’ mi preoccupa. Ci è mancata cattiveria, ora dobbiamo stare zitti e lavorare.
Sente la fiducia di squadra e società ora?
Quando inizio un lavoro sono sempre in discussione. Sono io il primo responsabile e sono sempre in discussione.
DI FRANCESCO A SKY SPORT
E’ una sentenza definitiva? A questo gruppo non si può chiedere di più?
Invece bisogna chiedergli di più, perché qui altrimenti cerchiamo sempre alibi e giustificazioni. Io sono l’allenatore e mi metto come primo responsabile, ma la squadra ha fatto bene nel primo tempo anche se con poca qualità negli ultimi 25 metri e non concedendo conclusioni al Milan. Dopo il gol ci siamo disuniti, eravamo una squadra totalmente differente che giocava in due tronconi. Questo invece ci aveva fatto ottenere ottimi risultati ma ora non si sta vedendo. A Kharkiv siamo stati per 50 minuti un’ottima squadra, poi ci siamo disuniti dopo il gol. Dobbiamo lavorare caratterialmente, pensando che dobbiamo qualificarci in Champions e possiamo passare il turno, di certo non con queste prestazioni.
Il collettivo si è sfaldato?
Siamo al di sotto delle nostre qualità, qualche individualità è venuta meno ma è normale. Il Milan ha fatto una buona gara. Sulle giocate di Suso e Cutrone abbiamo lavorato in settimana ma da lì è venuto il gol.
Sul primo gol del Milan.
I due centrali dovevano scappare un attimo prima sulla palla andata a Kessie e potevano intercettare prima non facendo ricevere palla aperta a Suso. Poi bisognava difendere con l’uomo, Manolas non lo porta subito dentro ma arriva in velocità e deve leggere quella palla dentro.
La Roma deve pretendere di più, non solo accontentarsi di non far tirare l’avversario.
Abbiamo fatto degli errori che determinano il risultato. Nel primo tempo abbiamo tirato in porta con poca precisione. Se mi dite che la Roma ha fatto la stessa partita nel primo e nel secondo tempo io e te non parliamo di calcio. Sicuramente dimostriamo di non essere una grande squadra e la colpa è dell’allenatore.
Vorrei che dicessi la verità e pretendere un’altra intensità. Perotti porta sempre palla, Schick non riceve passaggi.
E’ ovvio che io pretendo questo, non posso essere contento di quello che stiamo facendo ma non posso non sentirmi responsabile. Però io non vengo in tv a puntare il dito contro qualcuno dei miei, non è giusto. Ci sono delle analisi dove pretenderò un atteggiamenti differente di maggiore responsabilità. Mi hanno detto che ho attaccato i miei giocatori su niente.
Sei calato nell’intensità nel secondo tempo e questa si allena in allenamento.
Gli allenamenti sono fatti con ottima intensità ma non riusciamo a riportarla a livello mentale in partita. Se vediamo Udine, la squadra è cresciuta nella ripresa. Un giorno partiamo male, uno finiamo bene e non può essere solo una questione fisica. Io col Sassuolo ho ottenuto tanta fortuna allenando l’intensità. L’intensità si fa anche con gli stimoli dell’allenatore e quindi la colpa è anche mia.
Oggi la Roma era meno corta del solito e si è vista poco sulle fasce.
Oggi abbiamo dimostrato di essere calati nella ripresa. Ci alleniamo ma non riusciamo a riportarla. Perotti porta palla per tutto il campo? Se non stava bene non l’avrebbe portata. Poi concettualmente è sbagliato perché devi giocare più con la squadra, ma fisicamente hai qualcosa da poter dare. Scegliendo diversamente la qualità delle giocate è differente.
Il cambio tattico con Nainggolan: ci credi? Quello che fai è per aiutare la manovra?
Sì, l’ho fatto per avvicinare un giocatore all’attaccante e per spostare mentalmente nei giocatori che si possono appiattire. Anche se sposto un uomo di 10 metri non deve cambiare la mentalità, che si è vista a tratti. Recuperare 11 palloni nella metà campo avversaria non avviene se non giochi dall’altra parte. Siamo svaniti, allungati, difficile trovare spiegazioni. Abbiamo meritato di perdere, il Milan ha fatto meglio di noi in tutti i punti di vista.
DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA
La squadra la segue in pieno?
Sorge spontanea la domanda vedendo le prestazioni del secondo tempo. Vedo e credo che i ragazzi vogliano seguire quello che faccio. Perdiamo la capacità di rimanere in partita dopo aver subito gol: una cosa assurda ma sta succedendo. Ci siamo disuniti e allungati, sembravamo due tronconi. Nel primo tempo la squadra ha giocato in maniera differente, non abbiamo concesso un tiro al Milan. Se sentissi che la squadra non mi seguisse, farei altro.
Il cambio modulo al 4-2-4? La Roma arrivava sempre seconda sul pallone.
Alcuni giocatori che non hanno giocato in Ucraina avevano i campi, forse sarà stato il viaggio.
Vedere Perotti che porta pallone per tutto il campo non è un problema fisico, è un problema di sbagliare le scelte. Il 4-2-4? Ho provato a mettere un giocatore in più davanti per provare a rientrare in partita, ma qualsiasi scelta avessi fatto non saremmo riusciti a sistemare la gara. Se tornassi indietro – con Nainggolan che non stava bene – avrei messo un centrocampista.
Come mai ha deciso di optare per il 4-3-3?
In base alle caratteristiche del Milan, solamente con due mediani avremmo fatto fatica. Il 4-2-4 ha ripermesso poi a loro di lavorare con gli esterni.
È mancata la manovra, la mortifica?
Abbiamo meritato di perdere la partita. Ma la squadra ricercava un certo tipo di gioco. Purtroppo arrivavamo a un certo punto della manovra e poi ritornavamo indietro. Abbiamo alternato prestazioni buone, ma siamo mancati nella continuità. Adesso devo correre ai ripari e cercare di capire in che modo. Forse non siamo all’altezza ora di andare ad attaccare alti.
Perché la Roma quando subisce gol perde anche sicurezza?
E’ anche un fatto mentale, ma non tutte le sconfitte sono uguale. Questa è stata una sconfitta brutta, in altre gare invece abbiamo cercato di costruire qualcosa. Mi prendo le responsabilità e devo lavorare per far cambiare la testa ai miei calciatori.
DI FRANCESCO A ROMA TV
Cosa non è andato oggi?
Un po’ tutto, perché quando eravamo in partita nel primo tempo ed eravamo stati bravi a recuperare palle, negli ultimi metri abbiamo avuto pochissima qualità e decisione nell’attaccare la porta. Era una partita di equilibrio, nel primo tempo abbiamo avuto più opportunità, poi le cose sono cambiate. Dire qualcosa che ha funzionato faccio fatica a farlo.
Oggi è stato un gol che ha cambiato la partita, con lo Shakhtar era stato un loro atteggiamento.
E non è la prima volta. Devo farmi le domande e capire come risolvere questo problema che diventa mentale e non solo fisico. Va cambiato qualcosina, non credo questa squadra esca con questa facilità dalla partita, in campo andiamo con gli stessi giocatori degli altri.
Hai una visione corretta del momento?
È un dato di fatto che siamo usciti dalla partita dopo aver preso gol. Devo rivederla a livello tattico e fisico, non ti puoi allungare come ci siamo allungati noi. Poi su una palla sulla quale abbiamo lavorato, dovevamo scappare prima con i centrali su quella palla che cambia la dinamica della gara. È la solita palla che fa Suso che abbiamo lavorato, siamo stati disattenti con i tanti giocatori importanti che abbiamo all’interno. Io e i giocatori dobbiamo prenderci le responsabilità: servono cambiamenti intelligenti, se non stai bene fisicamente non puoi andare dall’altra parte ed essere aggressivo. Ci sono desideri che vengono dall’interno e io seguo questo pensiero, se ora non riescono bisogna agire in maniera diversa.
Prima reagiamo, prima se ne esce fuori.
Ora rischiamo di buttare tutto all’aria un lavoro ultimamente non fatto bene. Siamo sempre qui a dire ‘abbiamo fatto bene un’ora sì e una no’. Dobbiamo lavorare per mantenere la partita in tutti i modi per capire le problematiche, i ragazzi sono convinti di quello che propongo. Non ho chiesto di allungarci, di non giocare tra le linee. Abbiamo perso di vista il concetto di calcio, nonostante avessimo parità numerica davanti.
Sta pensando ad un compromesso per la causa generale?
L’ho sempre fatto, anche cambiando sistema di gioco. Cercheremo di cambiare qualcos’altro, la cosa più facile è mandare via l’allenatore. Abbiamo la possibilità di arrivare terzi e qualificarci in Champions, non dobbiamo buttare tutto all’aria.
Nel primo tempo la scelta di Pellegrini: poteva scaricare e invece è andato al tiro. Quando non sei sereno non fai la scelta giusta.
È vero, lì la linea scappava e quando si fa un 4 contro 3 non si può calciare da soli. Lorenzo conosce ciò che voglio io meglio di altri, doveva imbucare una palla importante. Sono errori che paghiamo. Quella era una palla recuperata nella metà campo avversaria, il marchio che ha fatto le nostre fortune. Se anche lui sbaglia così vuol dire che è un fatto di lucidità mentale visto che non ha giocato tre partite di fila.
Questa squadra è capace di tutto.
È una montagna, ma abbiamo le possibilità di scalarla. Una squadra che ti illude, che ha fatto quella partita in Champions per 50′ e poi la perde, vuol dire che è capace di tutto.
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