Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, commenta la vittoria dei giallorossi contro il Napoli per 2-4.
DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT
Serata importante, risposta eccellente.
La sconfitta più pesante era arrivata col Milan. Abbiamo lavorato tanto questa settimana, ora abbiamo dimostrato di essere squadra ma deve essere un punto di partenza. Finalmente siamo stati continui.
Pensa che dopo questa vittoria la squadra abbia capito cosa può fare?
Abbiamo preso il secondo gol abbassando l’attenzione. Spesso pensiamo di aver vinto e questa cosa deve cambiare.
Di Francesco è orgoglioso di essere l’allenatore della Roma?
Lo sono sempre, non solo quando si vince. Serve appartenenza e orgoglio per far parte di questa squadra.
Una squadra come quella vista stasera non può perdersi come è successo…
Molte volte abbiamo avuto buoni atteggiamenti solo in certe parti delle gare e questo non può succedere. Oggi abbiamo sbagliato meno del Napoli e per quello abbiamo vinto. Quattro gol al Napoli non erano facili, abbiamo dimostrato che ci siamo fisicamente e tatticamente ma mi fa rabbia averlo dimostrato stasera.
Quanto vale Under?
Non faccio valutazioni economiche. Ha lavorato con grande impegno e disponibilità e quello fa la differenza. Ha una capacità di preparare le giocate impressionante. E’ letale rispetto a tanti altri attaccanti.
Dzeko?
Mi ha dato una grande risposta. L’ho stimolato tanto questa settimana, parliamo tanto e ha capito che deve fare di più. Al di là dei gol, lui oggi si è sacrificato per dare poche palle pulite a loro. Questo è quello che mi è piaciuto di più.
Dzeko decisivo nel lavoro di squadra.
Non ho mai visto uno con le sue qualità fisiche avere queste qualità di sacrificio. Ibra? E’ un po’ più cattivo di lui. Quello che dico ai miei ragazzi è di non pensare mai alla palla prima ma sempre a quella dopo.
DI FRANCESCO A SKY SPORT
E’ la giornata più importante alla Roma? Può segnare un nuovo inizio?
Questa partita ci deve dare maggiore consapevolezza, io credo che non l’abbiamo mai persa ma non l’abbiamo dimostrato. Mi fa anche rabbia una partita del genere, visto che ci siamo smarriti negli ultimi mesi. Ho visto grande disponibilità, spesso abbiamo pensato a quello che potevamo fare prima piuttosto che a quello che succedeva dopo. Oggi siamo stati compatti e abbiamo lavorato molto a livello mentale, ho avuto una risposta importante. Non ci dobbiamo accontentare, sul 4-1 la squadra non mi è piaciuta, come se fosse finita la gara e prendere gol mi dà fastidio. Per il resto complimenti ai ragazzi.
Bisognava ricompattare un ambiente. Lei ha del merito?
Mi sono preso tanti demeriti e mi prendo questo merito. Io sono a capo di questa squadra e devo cercare di dare un’impronta e un’identità e oggi si è vista. Io ero stato chiarissimo, non dovevamo fare una passeggiata. Ho visto anche le arrabbiature nel modo giusto e le risposte avute sul campo sono state determinanti.
Vittoria di personalità. Più contento della compattezza in difesa o di aver provato sempre a giocare?
E’ quello che alleniamo in settimana, la mentalità. Altrimenti avrei chiesto di lanciare lungo e chiudersi, non era facile una partita del genere a Napoli e uscire con questa qualità di palleggio. Nel secondo tempo magari siamo stati meno lucidi, ma abbiamo preparato la partita molto bene con gli atteggiamenti giusti.
Quanto è difficile crescere e convincere un ambiente cercando di dare un po’ di cultura, che la tattica non è geografia e il calcio non è geometria, ma compattezza, rotazioni, qualità e convizione?
Tempo e spazio sono fondamentali nel calcio, noi giovedì abbiamo fatto 50 minuti sulla fase di sviluppo invece della fase difensiva col Napoli. La mia cultura nasce nel dare consapevolezza nonostante le difficoltà. Una partita di attesa non fa parte del mio essere, quando c’è un allenatore bisogna sposare la sua idea. Abbiamo fatto entrambe le fasi, ma bisogna anche saper soffrire per vincere qui a Napoli.
Grande spirito di sacrificio, compattezza e lucidità. Grande lavoro a centrocampo. Fuori casa il tuo 4-3-3 funziona meglio.
Condivido. Bisogna cercare spazi con i tempi giusti, in casa ci capita spesso di muovere palla. La differenza è che a un certo punto c’è la verticalità ma noi abbiamo troppo palleggio che poi diventa sterile e andiamo in ampiezza. Bisogna osare per giocare in verticale, giocare laterale rimane a tutti più facile.
Dzeko segna tantissimo anche col mancino. Si allena o è il talento?
Lui è molto disponibile nel lavoro, magari ogni tanto si ferma in partita quando non riesce una giocata o non gli arriva la palla come vuole. Parlo molto con lui, gli dico di pensare alla giocata successiva che è più importante. Si perde durante la gara, poi ha qualità tecniche impressionanti ma lavora tantissimo, si ferma anche un’ora.
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