Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della partita vinta contro il Benevento.
DI FRANCESCO A PREMIUM SPORT
È passata la nottata?
Siamo partiti ad handicap, trovando una squadra sbarazzina. A volta eravamo in ritardo, gli abbiamo concesso qualche uscita di troppo. La squadra come sempre ha creato tanto in fase offensiva, mi disturbano i gol subiti.
Può essere una svolta a livello psicologico.
Dev’essere un punto di partenza, aver ritrovato il gol è stato importante per Edin e Greg Defrel. Hanno voluto fortemente che lo tirasse lui, fa capire la predisposizione che ha verso il resto della squadra.
Cosa legge dietro l’esultanza rabbiosa di Dzeko? Si è scrollato un peso?
L’aveva cercato anche nel primo tempo, è stato bravo il portiere. Lui vive per il gol, poi ha aiutato i compagni a sviluppare la manovra. Spesso si fa condizionare dal fatto che non faccia gol, ma ha grandi mezzi e sono contento oggi ci sia riuscito.
Under ha fatto grandi cose.
Sono contento, i giocatori importanti cambiano le partite. Ci sono giocate individuali e di squadra, prima le situazioni le concludevamo in curva. Oggi è stato bravo lui a concretizzare al meglio ciò che gli è capitato tra i piedi.
Qualcuno deve chiedere scusa a Monchi?
Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno, un giorno siamo bravi e altri no. Dovrebbero chiedere scusa anche me allora. Lui è venuto da un altro calcio, qui non siamo abituati ad aspettare i giovani italiani, figuriamoci gli stranieri. C’è un percorso di crescita nei quali si passa da prestazioni negative, prima si diceva non potesse giocare neanche in Primavera. La verità sta nel mezzo.
Cosa non le è piaciuto nel primo tempo?
La lentezza e la ricerca di profondità. Facevamo sempre due o tre tocchi in più, nel secondo giocavamo in ampiezza e in verticalità, riempiendo meglio gli spazi.
Under può imporsi a livello mentale? La Roma ha bisogno di giovani che possano diventare importanti per questo club.
Leader ci si può diventare, lui può farlo se continua ad allenarsi in un certo modo. Fa allenamenti supplementari per capire determinate cose, se fa queste cose diventa un leader non dello spogliatoio ma in mezzo al campo. A me servono giocatori che si prendano responsabilità in mezzo al campo.
Quando sarà pronto Schick?
Quando tornerà ad allenarsi, oggi è rientrato da un altro infortunio. Un po’ di pazienza che diventerà un giocatore importante anche lui.
Prima rimonta in stagione.
Ho visto una squadra diversa dopo il mercato, è stata una cosa che ci ha spostato. Oggi c’erano le componenti di una partita pericolosa, abbiamo avuto la pazienza di ribaltarla.
DI FRANCESCO A SKY SPORT
Cattiveria sotto porta ritrovata? Può essere un punto di ripartenza anche per la qualità di gioco?
E’ un punto di partenza, poi anche se in alcune gare non siamo stati continui nel cercare alcune situazioni, in tante altre gare abbiamo creato. Oggi anche abbiamo creato tanto anche se non giocando bene, sbagliavamo i tempi di pressione senza creare i nostri movimenti. Poi nel secondo tempo la squadra si è districata meglio.
Per risolvere i problemi servono le giocate individuali. Se le aspettava proprio da Under?
Mi viene da sorridere se si parla di giocate individuali, le grandi squadre vicono così ma hanno bisogno di questi colpi. A noi sono mancati tante volte, la Juve ha vinto col primo tiro in porta di Bernardeschi. Il calcio è fatto anche da questo, ma è importante anche avere il predominio del gioco come noi. Ora stiamo tornando a essere più squadra concretizzando di più, ma è solo un punto di partenza. Avevamo due partite in cui eravamo obbligati a vincere, ma vincere non è mai facile.
Squadra molto paziente e spesso in verticale, ha saputo soffrire: Roma più matura stasera.
Ho cambiato qualcosina, giocando col trequartista dopo che abbiamo assimilato alcuni concetti. Non ci siamo mossi bene invece in fase difensiva, Perotti si apriva troppo a sinistra e lavorava solo lì e questo non ci permetteva una riaggressione facile. Poi l’ho riportato nella sua zona di competenza e ci siamo mossi meglio. Stiamo lavorando su questo, andiamo spesso al cross e poco in verticale. Mi piace andare anche in ampiezza ma andando sempre in vie centrali, palla avanti e palla indietro.
Under è stato bravo a interpretare il ruolo andando sul fondo.
Ma lui è destro. Sto scherzando. Lui sta lavorando anche individualmente sulle mie idee, il muoversi tra le linee e facendo i contromovimenti, lui era più abituato a giocare d’istinto e in questo è cresciuto tanto. Spesso gioca di destro quando lo metto a destra per farlo rientrare sul sinistro, ma ultimamente è un’arma in più perché ha la capacità di andare sul piede debole.
Come si deve muovere Dzeko per giocare bene ed essere il grande realizzatore?
Non voglio tornare sui numeri, ma Dzeko dopo Dybala è stato il calciatore che ha tirato di più in campionato. Ha avuto tante occasioni oggi e non è poco. E’ mancato in cattiveria e determinazione, lo scorso anno ha fatto tanti gol. Io lo voglio mettere nelle condizioni per facilitargli i movimenti e in queste due partite ha partecipato di più alla manovra. Ho solo un modo per farlo tornare al gol: farlo lavorare e fargli capire che deve lavorare di più per la squadra e per se stesso.
La svolta tattica è definitiva o solo per le assenze?
Oggi sì. Nell’altra partita è stato più per spostare qualcosa anche nella testa dei giocatori perché magari gli attaccanti pensano che si sentono soli e se non fanno gol diventano lamentini. Ho avvicinato un giocatore all’attaccante come a fare un triangolo in mezzo al campo e a Dzeko questo dà qualche vantaggio in più.
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