Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine del match vinto dai giallorossi per 3-0 contro il Chelsea.
DI FRANCESCO A MEDIASET
Grande Roma che dimostra una grande crescita. Che partita è stata?
Sapevamo di poter soffrire, ma potevamo fargli male ripartendo. Le grandi squadre devono saper soffrire, stiamo crescendo, ma non deve finire qua. Anche questa partita deve essere un punto di partenza.
Rivincita di Di Francesco?
No, credo nel mio lavoro e i ragazzi mi seguono e raccogliamo i nostri frutti. Ci alleniamo in un determinato modo e chi va in campo sa cosa deve fare.
Florenzi?
Era stanco, finché è stato in campo ho visto il Florenzi dei vecchi tempi. Ci sta dopo l’infortunio che si possa stancare.
El Shaarawy?
E’ cresciuto molto, fa quello che chiedo ai miei esterni e sono molto contento di quello che sta facendo.
El Shaarawy ha meriti in tutti e 3 i gol. Nel terzo grande movimento per liberare Dzeko.
Condivido pienamente, nel primo gol ci ha creduto. Ai miei esterni chiedo di venire a giocare in campo e lui lo fa benissimo.
DI FRANCESCO A ROMA TV
In studio si sono dipinti di giallorosso.
Date un po’ di colore anche a me. Stasera ne vale la pena dipingersi di giallo e rosso in faccia
Grinta, cuore, coraggio…
E qualità! Anche nel momento di difficoltà non ci siamo mai disuniti, ma abbiamo difeso con tutti gli effettivi, ho visto Dzeko fare delle rincorse in area. Questo spirito ci deve accompagnare sempre e ci toglieremo delle soddisfaizoni.
Ora la Roma è prima, devono ricredersi tutti.
Ci avevano visto fuori da tutto. Le chiacchiere stanno a zero, il lavoro alla lunga paga. Nella mia scelta hanno giocato quasi tutti quelli che lo scorso anno se l’erano conquistata con Spalletti, ho voluto dare spazio sul campo senza fare troppi ragionamenti di formazione perché meritavano questa grande vittoria e questa grande serata.
Se qualcosa non va, c’è sempre chi recupera con grande attenzione.
E’ quello che volevo trasmettere, nelle difficoltà ci si aiuta. Capiterà di dover soffrire, questa voglia di sacrificarsi per gli altri alla lunga paga. Loro potevano crearci delle difficoltà con i trequartisti e all’inizio non abbiamo letto bene le traiettorie, invece poi siamo stati eccellenti dimostrando grande maturità.
C’era chi aveva ancora dei dubbi. Cosa non ti è piaciuto stasera?
Il lavoro paga e sono contentissimo di questo, sto vivendo questa esperienza con serenità con le mie competenze. Il difficile è trasmettere le cose a chi sta dentro, non a chi sta fuori e sono felice che queste cose stiano passando ora. Ci sono poche cose negative, in alcuni momenti potevamo accorciare meglio sul palleggio per mettergli più difficoltà, ci hanno colto di sorpresa in alcune scelte. Poi gli esterni ci hanno dato grande equilibrio.
Gli esterni si sacrificano tantissimo.
Se Buffon fa i complimenti a Higuain per quello che aveva dato nella fase di non possesso, figuriamoci se gli esterni non possono farlo. Per diventar grandi bisogna essere bravi in entrambe le fasi, rimanere corti e gli attaccanti devono lavorare per la squadra leggendo le situazioni come i centrocampisti. Il lavoro degli esterni è inevitabile per come gioco io, li cambio spesso anche.
E’ il migliore allenatore della Roma in Champions League.
Bella soddisfazione, ma la strada è ancora lunga. Dobbiamo rimanere umili e lavorare tanto, questo voglio. Se loro lavorano con umiltà e consapevolezza possiamo toglierci grandi soddisfazioni anche in Champions.
DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA
Sorpreso delle chance create contro la difesa del Chelsea?
No, però sapevo che potevano darci difficoltà con questo sistema di gioco. Potevamo rischiare qualcosa, ma in ripartenza siamo stati sempre pericolosi, sono stati bravi a ballare tra il quinto e il terzo centrale. Nel primo tempo abbiamo incontrato una squadra con qualità importanti, siamo stati bravi a soffrire per poi chiudere la partita.
Cosa ha pensato dell’assenza di Kanté?
Sapevamo che veniva da un infortunio, se non ha giocato un motivo c’è. Mi aspettavo questa formazione, ero convinto dei due trequartisti, abbiamo preparato la partita su questo. Sapevamo che potevamo fare male.
Non c’è solo la vittoria, ma anche 6 gol segnati al Chelsea in due partite e un calcio a testa alta, sia in trasferta che all’Olimpico. E’ la serata della consacrazione internazionale?
E’ una grandissima serata, che meritavamo tutti noi e il pubblico. Se guardate la formazione potete notare che ho messo tanti ragazzi dell’anno scorso, insieme a Spalletti loro se l’erano conquistata sul campo e meritavano una serata come questa. Al di là di tutto le scelte sono legate a questo, a livello motivazionale ero convinto che questa squadra facesse grandi cose. Più che consacrazione direi consapevolezza, per consacrarci dobbiamo fare tante battaglie. Siccome in questo ambiente, ma nel calcio in generale, non si smette mai di dimostrare, oggi abbiamo dimostrato di essere cresciuti tanto e che ce la possiamo giocare con tutti, con mentalità e con questo pensiero collettivo che può fare la differenza.
La trasformazione di El Shaarawy?
La testa fa la differenza, ha capito che per essere il giocatore che è deve avere continuità e fare le due fasi in un certo modo. Ha fatto due gol andando sempre in taglio, cercando la palla che a me piace da morire, sempre dagli esterni. L’aspetto che voglio sottolineare non è solo la fase offensiva, ma quella difensiva che lo ha portato a diventare un giocatore completo.
Si sarebbe aspettato di essere primo alla quarta giornata?
E’ una squadra che ci crede, ci crede adesso, ma bisogna continuare su questa squadra. Siamo passati anche attraverso Qarabag, che ha dimostrato di dare problemi a tutti. In Europa non è mai facile vincere, stiamo acquisendo una grande mentalità che deve proseguire nel nostro campionato, gli altri cercano sempre la vittoria e noi faremo altrettanto.
Vittoria più bella?
E’ una grande vittoria, ma non è mia. Di Roma, della Roma, dei tifosi. Sono convinto che sia un punto di partenza per me, voglio togliermi qui tante soddisfazioni. Si passa da questo, dalla consapevolezza e non dalla presunzione. C’è ancora tanta strada da fare.
Soddisfazione personale?
Sto vivendo questa esperienza con grandissima serenità, consapevole di cosa posso dare ai ragazzi. La cosa difficile è entrare nella testa dei giocatori, il resto è conseguenza. Sono sereno dei vostri giudizi, lo sarò anche successivamente. È un momento che mi godo, ma so che ce ne possono essere di differenti. Devo continuare su questa strada e basta.
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