Eusebio Di Francesco

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha commentato il passaggio agli ottavi di finale di Champions League grazie alla vittoria per 1-0 contro il Qarabag.

DI FRANCESCO A MEDIASET PREMIUM

E’ il suo capolavoro questa qualificazione?
Prima di tutto saluto Ancelotti e lo ringrazio pubblicamente. Ho meno esperienza di lui, ma sono soddisfatto per la qualificazione. Nessuno ci dava per favoriti ma ci abbiamo sempre creduto. Fin dalla prima partita abbiamo saputo soffrire.

I minuti di sofferenza stasera?
La differenza tra primo e secondo tempo è che non ci muovevamo senza palla e facevamo fatica. Nel primo tempo eravamo più bloccati, nel secondo è andata meglio. Nel finale c’è stato un po’ di braccino, qui non siamo abituati a questi successi e ci può stare. La mia squadra cerca sempre il gol.

I meriti?
Del gruppo. Sono riuscito ad entrare della loro testa ma non mi accontento. Dobbiamo lavorare.

Ci ha creduto subito o in corsa?
Uno non può non crederci in questo lavoro, cerco di essere sempre positivo e propositivo.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

La partita non è stata un granché, ma è stata una giornata storica: prima l’ok allo stadio, poi il passaggio da primi nel girone. Che si può chiedere di più?
La squadra voleva fortemente questo risultato, però non ha avuto le letture giuste, specie nel primo tempo, per quello che riguarda la fase offensiva. Nel secondo tempo abbiamo iniziato benissimo sia come pressione sia come attacco dello spazio. Ci sta, perché tu avevi un po’ di paura per questa partita e stavi già assaporando questa qualificazione anche da prima in classifica. Oggi era importante vincere e passare e lo abbiamo fatto, anche da primi. Non ho alcuna emozione in particolare, perché sto già pensando agli ottavi. Credo che la forza che dobbiamo avere in questo momento è di non accontentarsi. Per questo voglio qualcosa in più per gli ottavi.

Come hai preso l’ok allo stadio? Pensi che possa succedere di tutto adesso?
Perché no, siamo andati avanti ed è motivo di grande orgoglio. Però il problema è che spesso qui ci si accontenta, invece noi dobbiamo approcciare mentalmente in maniera diversa agli ottavi, con la mentalità di fare il meglio possibile e di essere un pochino più ambiziosi. Abbiamo dimostrato che meritiamo di esserci, perché abbiamo superato un girone con Chelsea e Atletico Madrid e non scordiamoci quello che ha fatto l’Atletico negli ultimi anni e nell’ultimo periodo. E’ una squadra in crescita. Dobbiamo prendere con entusiasmo questa qualificazione ed entusiasmare i tifosi con i risultati, continuando con questo passo. Le grandi squadre vincono sapendo soffrire, e oggi noi abbiamo fatto questo. Per quanto riguarda lo stadio sono felicissimo. Non so quando sarà pronto, ma mi auguro di essere sempre lì ad allenare la Roma.

Dipende da lei?
Sempre.

La catena sinistra è tra le migliori d’Europa?
Sicuramente stanno facendo molto bene insieme, ma mi aspetto sempre meglio. In certe situazioni della gare ci accontentiamo, come successo nel secondo tempo. Dobbiamo giocare per fare ancora gol, non solo per divertire la gente. La fascia sinistra deve crescere e migliorare, ma abbiamo una grande fascia sinistra e anche El Shaarawy è sempre stato importante quando ha giocato a sinistra. Però voglio parlare della squadra, questo è un collettivo che aveva il desiderio di passare il turno, è questa la grande crescita della Roma.

L’episodio in diretta tv con Gurbanov?
Io ho un mio stile e rispondo sempre a tutti con grande tranquillità, con il rispetto dei ruolo. Se parlano di calcio, io rispondo a tutti, se mi toccano personalmente è un po’ diverso.

Pericoli Bayern e Real Madrid agli ottavi?
Non mettiamo il carro davanti ai buoi, vediamo quello che succederà. Se sono arrivate seconde sono in difficoltà. Scherzi a parte: non posso dire che una valga l’altra, ma arrivati agli ottavi possiamo incontrare tutti e non dobbiamo avere paura. Serve la capacità e la forza di affrontare con questa mentalità le altre squadre, che ti fanno fare una partita diversa. Il fatto di essere arrivati è bellissimo.

Il Qarabag è una squadra debuttante in Champions. Che differenze ha visto con la gara di Baku?
Il Qarabag ha fatto un’ottima Champions League, al di là della prima gara, che ha giocato snaturandosi con un sistema di gioco che non ho mai visto. Ha sempre combattuto, ma alla lunga abbiamo meritato in entrambe le gare per quanto creato. Faccio i complimenti perché hanno fermato l’Atletico Madrid due volte.

Le vittorie portano altre vittorie. Lei diceva che lo scoglio più grande era far capire certe cose. Cosa intende per avere sempre questa mentalità? Teme che la squadra possa soffrire questo ambiente?
Credo che ci si esalta troppo e ci si abbatte con troppa facilità, e io devo far capire alla squadra l’equilibrio sottile che c’è tra una vittoria e una sconfitta. La mentalità è fare la partita essendo aggressivi. Se pensano che sono diventati tutti bravi, ed è successo anche nel primo tempo quando volevamo tutti la palla sui piedi. Se facciamo così diventiamo normali. Invece noi dobbiamo essere normali negli atteggiamenti, ma forti in campo.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Giornata straordinaria tra stadio e Champions.
Soddisfattissimi del risultato. Abbiamo sofferto un pochino, ma la Roma è abituata a soffire per raggiungere certi obiettivi. Non è mai facile vincere in Champions, siamo stati più contratti del solito anche se abbiamo dominato, forse meno rispetto alle nostre qualità.

Obiettivo raggiunto con il gruppo.
Per poter fare qualcosa di importante in questo ambiente bisogna essere forti dentro, essere squadra, entrare nella testa di questi ragazzi. Ora sono il capofamiglia, devo far entrare nella testa dei ragazzi la mentalità. Questa ora è la cosa più importante, la mentalità di volersela giocare in ogni partita. Dopo il vantaggio abbiamo continuato a fare la partita, anche se avrei voluto più attacco alla profondità, perché anche se si sbaglia un passaggio si rimane nell’altra metà ad aggredire.

Roma aggressiva, fase offensiva costruita dalla difesa: c’è un grande lavoro, i giocatori ti seguono.
Lo abbiamo fatto bene, siamo mancati nell’ultimo passaggio. Spesso riusciamo ad arrivare sui terzini aperti, a me non piacciono i traversoni buttati da 30 metri sperando che Edin ci arrivi. Speravo in una squadra che si buttasse con più capacità. Nella ripresa lo abbiamo fatto meglio, creando pericoli. Nel primo tempo rischiavamo di essere sterili.

Dopo il sorteggio hai detto ‘che sfiga’?
Non li ho neanche visti, non ho guardato neanche gli altri gironi perché penso che la Roma deve guardare prima a se stessa, poi quello che verrà verrà. Mi preoccupa tanto lavorare nella nostra testa, dobbiamo avere la stessa mentalità qualunque squadra affrontiamo, non dobbiamo legarci agli avversari. Sì, grandissimo rispetto ma con la capacità di interpretare le partite come stiamo facendo ora.

L’azione del gol.
Il credere da parte di Diego su una respinta è buono, facciamo solo gol puliti altrimenti non li facciamo, invece dobbiamo essere lì quando la palla cade. Questo un po’ ci manca, andavamo spesso al cross nel primo tempo ma non abbiamo chiuso e riempito l’area come dovevamo. Dobbiamo lavorare in questo.

Dzeko un po’ stanco?
Sì, ora stiamo recuperando Schick come condizione ottimale e quindi qualche possibilità di recuperare gliela dobbiamo dare. Ma quando vedo un giocatore come Edin che crea 4-5 palle gol in tante situazioni, è stato meno efficace ma è sempre un giocatore pericoloso e me lo tengo stretto. Alla lunga i gol importanti arriveranno. E mi tengo stretto anche i gol degli esterni che si stanno rivelando determinanti. Prima facevano pochi gol, Diego era più vicino alla bandierina.

De Rossi in conferenza stampa bel segnale.
Abbiamo parlato di famiglia. Daniele è come un figlio, non va abbandonato. Sa di aver sbagliato. Nel momento delle difficoltà va aiutato, è giusto che abbia gli atteggiamenti giusti, mi auguro che non lo faccia più altrimenti lo mandiamo via di casa.



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