Prima della seduta pomeridiana a Boston sul campo d’allenamento Ohiri della Harvard University, l’allenatore della Roma Luciano Spalletti ha concesso un’intervista. Queste le sue parole:

Secondo giorno a Boston, quali sono le prime sensazioni?
“Ancora devo prendere visioni di tutte le componenti. Siamo arrivati ieri però in campo ci entriamo oggi, dobbiamo esaminare i vari particolari, le varie necessità che abbiamo le dobbiamo andare ancora ad incontrare. Come sempre la società avrà pensato a tutte le componenti che ci vogliono, perchè per noi questa fase è veramente importante, anche un po’ lunghina. Quando si ritorna in Italia, dopo il 5 agosto, dopo un periodo così c’è necessità di un break e poi si va subito nella situazione calda. Questo periodo serve per lavorare e tutte le componenti sono fondamentali”.

Sono tornati tutti i nazionali, ci ha parlato?
“Si, ci ho parlato. Gli ho trovati benissimo, sono tutti vogliosi di ricominciare. Quasi tutti hanno svolto i compiti a casa. Noi siamo contenti di averli ancora con noi”.

In queste due settimane cosa si aspetta dalla sua squadra in termini di crescita?
“Io parlavo prima di valori, di componenti: sono importantissimi i nomi dei calciatori però poi la qualità del lavoro vuol dire un punto, la qualità del gioco vale un altro punto, che la squadra abbia poi un carattere che abbia un intesa è un altro punto. Queste sono tutte cose che si mettono a posto in questo periodo qui. I discorsi e le recezioni devono andare in quella direzione. I giocatori devono sapere che lavorano in maniera seria c’è la possibilità di andare oltre quelle che sono anche le loro qualità, che sono importantissime”.

La qualità del lavoro può essere condizionata dalla temperatura alta e dell’umidità? Come si approccia a questa situazione?
“Ormai bisogna essere abituati a tutto, ad esportare quello che deve essere il marchio. Ormai tutte le grandi società vanno alla conquista, al far conoscere quello che deve essere il proprio marchio in giro per il mondo. Noi abbiamo la nostra proprietà che è americana, di conseguenza bisogna allargare anche a questo Paese, a quelle che sono le performance della squadra, e non ci sono alternative, dobbiamo fare così”.

Si sta sviluppando in queste ore un caso Manolas. Ieri Pallotta ha dichiarato che ci sono pressioni da parte dell’Olympiacos. Come sta il ragazzo e come si sta approcciando a questa tournée?
“Secondo me, soprattutto per voi che siete qui a contatto, diventa facile vedere che non ci sono pressioni. Le pressioni sono una cosa normale se così si vogliono chiamare. Manolas è un buon calciatore, così come ci sono altri buoni calciatori, e che vengano chiesti sul mercato può succedere, deve succedere. Le intenzioni del ragazzo sono talmente chiare, non ci sono pressioni. Parlare in questi termini vuol dire andare un po’ a creare dei fastidi che in realtà non ci sono. Manolas rimane con noi”.

La Juventus diventa imbattibile con Higuain?
“La Juventus diventa come prima, fortissima. Non capisco tutti questi discorsi. Quando sono state accontentate tutte le componenti in un calcio di questo genere qui, in un mondo dove poi bisogna andare avanti ed essere pronti a cambiare destinazione e biglietto, vuol dire chiudere una porta e aprirne un’altra. In questo caso la Juventus in precedenza ha venduto grandi giocatori e sono stati rimpiazzati, così anche il Napoli. E’ uguale anche la Roma, è stata “costretta” a fare delle cessioni: a volte avere un mercato vuol dire alzare le insidie che poi uno possa essere sul mercato. C’è da girare dei numeri e delle possibilità e la Roma si è sempre fatta trovare pronta in quest’ultimo periodo. La Juventus rimane fortissima che abbia Pogba o che non lo abbia, che abbia o meno Higuain”.

Si aspetta qualche volto nuovo già negli Stati Uniti?
“Noi se abbiamo una rosa completa è chiaro che abbiamo un valore in più da aggiungere alla qualità dei calciatori e alla forza della squadra. Questa è un’altra componente da aggiungere a quelle che avevo già detto. Noi probabilmente andremo a guardare e riusciremo a prendere un altro difensore, perchè deve essere così. Poi sono tutte cose che verrebbero in più perchè abbiamo completato la nostra rosa. Noi siamo a posto con tutte le insidie che rimangono aperte. Fa parte del gioco”.

La Roma se la giocherà con la Juventus?
“Quando voi parlate di obiettivi tirate fuori dei limiti, siete voi che siete limitati. Noi le vogliamo vincere tutte. Poi c’è davanti un’altra squadra che usa le stesse componenti e che dà forza e attenzione. il Napoli ha fatto un grandissimo lavoro, è stata lì a contendere il primato con la Juventus fino in fondo e il suo lavoro è stato migliore di chi l’ha preceduto per quello che si è visto. Sono tutte cose che diventano fondamentali e anche loro le vogliono vincere tutte. Mettere dietro Milan e Inter non sarà facile, ripartire con quel marchio di gioco che avevamo l’anno scorso non sarà facile, bisogna ritrovarlo. Siamo tutti i giorni qui per dare continuità a quello”.

Come si può fare il salto di qualità?
“Ripartire dall’anno scorso e ritrovare quella forza, completezza di comportamento di squadra con il quale abbiamo finito. Il salto di qualità è dare continuità a quel livello di calcio lì, a quella intensità e ricerca di squadra che sono componenti che sono a portata di mano. Dipenderà da come si lavora, ed è arrivato qualche buon calciatore”.

Dzeko come lo sta vedendo?
“Stimolato. Dzeko è uno di quelli che vuole riscattarsi, e che secondo me saprà darci il suo totale contributo. L’anno scorso è avvenuto in alcuni momenti, in altri no, però le sue intenzioni sono sane e belle da vedere”.

Come ha trovato le strutture di Boston?
“Quello che sarà la riuscita del campo lo debbo valutare. La palestra l’abbiamo in albergo e qui. Quello che manca è un altro campo: c’è un pezzetto di terreno esterno però alcune volte c’è bisogno di lavorare su due campi diversi, con un reparto e un altro. Se questo però è buono vedremo come fare, riducendo magari gli spazi. Questo posto è stato visionato dai miei collaboratori e dal proprietario, sanno cosa ci serve. Mi dispiace che qui ci sarà meno contatto con i nostri tifosi perchè è stato simpatico quello che è successo a Pinzolo, quello che è stato il loro sentimento che è una cosa importante. Il sentimento degli sportivi si, però quello corre anche su un altro binario per quelle che sono le necessità e l’andamento del mercato”.



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