Una florida tradizione giovanile, una lunga storia d’amore con il Torneo “Città di Arco” e una certezza: il giocatore è il bene più importante. Non poteva mancare l’As Roma al Trofeo Beppe Viola, in programma dall‘8 al 13 marzo prossimi ad Arco (Trento). Semifinalista in cinque delle ultime sette edizioni, capolista del girone del Campionato Under 17 A-B, il club capitolino è uno dei serbatoi principali di un calcio italiano che sta cercando di ripartire dopo la delusione del mancato Mondiale. “La nostra filosofia – spiega Massimo Tarantino, responsabile del settore giovanile della Roma – è costruire attorno al ragazzo un programma di formazione personale e sportiva di altissimo livello. Lavoriamo su standard elevatissimi per formare atleti che siano in grado di affrontare tutte le sfide a livello nazionale e internazionale”.
Quaranta società affiliate e 11 Academy nel Lazio, una ventina nel resto d’Italia, altrettante nel resto del mondo. “Sono tutti progetti tecnici, senza interessi commerciali” precisa Tarantino. Certo, approdare nella prima squadra della Roma non è facile, ma i giallorossi hanno formato numerosi atleti che oggi calcano comunque palcoscenici importanti: fra gli altri, nell’attuale campionato di Serie A, ci sono Marco Tumminello (Crotone), Daniele Verde (Hellas Verona) e i più esperti Alessio Romagnoli (Milan), Matteo Politano e Luca Mazzitelli (Sassuolo), Federico Viviani (Spal), tutti passati dal “Beppe Viola”. “Diventare un giocatore della Roma non è facile. Noi cerchiamo sempre di portare il ragazzo al massimo potenziale, a volte però è necessario fare esperienze altrove. Il prossimo sforzo sarà lavorare per tenerceli in casa”.
Ad Arco la Roma è sempre stata grande protagonista, arrivando per nove volte in finale e altre sette volte in semifinale. Seconda classificata nel 1984,1985, 1988 e 2004, ha alzato il Trofeo in cinque occasioni: nel 1994 (con la promessa Daniele Conti), 1998 (illuminata da Gaetano D’Agostino), 2001 (con Gianluca Curci e Daniele Corvia), 2005 (Stefano Okaka, Danilo D’Ambrosio), 2010 (Barba, Ciciretti). “Affrontare tornei nazionali e internazionali come il Beppe Viola – spiega Tarantino – ci aiuta a capire qual è il livello che esprime il nostro gruppo. Abbiamo un nostro modello, il modello Roma, che si arricchisce grazie a nuove esperienze e alla possibilità di confrontarsi con realtà come Barcellona, Ajax, Manchester City, Chelsea“. O come lo stesso Partizan Belgrado che la Roma ritroverà ad Arco.
Al di là delle cinque vittorie e dei podi, però, il club capitolino ha presentato al pubblico del torneo di Arco – e al grande calcio – atleti del calibro di Francesco Totti e Daniele De Rossi, campioni del Mondo con l’Italia a Berlino 2006, ma anche Stefano Impallomeni, Alessio Cerci, Alessandro Florenzi e Lorenzo Pellegrini. “Per noi il risultato è solo la logica conseguenza di un lavoro e non la priorità. L’obiettivo è arrivare alla vittoria attraverso la corretta interpretazione della gara. A livello nazionale, credo che il nostro dovere sia sviluppare le risorse pure. Abbiamo perso terreno rispetto ai competitor europei, ora dobbiamo recuperare terreno per tornare ad avere generazioni più competitive”.
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